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Ritenute a non residenti

Il trattamento fiscale delle ritenute a non residenti, in relazione ai redditi prodotti in Italia dagli stessi soggetti, non è sempre agevole.

Il T.U.I.R. dispone, in linea generale, che siano assoggettati a tassazione in Italia non soltanto i soggetti ivi residenti ma anche quelli residenti all’estero per i redditi generati nel nostro territorio e, tale presupposto, di carattere generale, trova applicazione nello spinoso sistema di ritenute alla fonte sui redditi percepiti da soggetti non residenti. Riteniamo utile definire le fattispecie reddituali nella normativa nazionale prima di approfondire la corretta applicazione delle ritenute nei confronti di soggetti non residenti:

  1. Redditi di lavoro autonomo: sono redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni ovvero per l’esercizio di una professione abituale, benchè non esclusiva, di attività di lavoro autonomo, compreso l’esercizio in forma associata;
  2. Canoni (es. royalties): sono i redditi derivanti dall’utilizzazione economica, da parte dell’autore o dell’inventore, di brevetti industriali e di processi, di opere d’ingegno, formule o informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo commerciale, industriale o scientifico, se non sono conseguite nell’esercizio di imprese commerciali;
  3. Provvigioni: sono redditi d’impresa quelli che conseguono dall’esercizio di imprese commerciali. Per esercizio di imprese commerciali si intende lo svolgimento professionale abituale, sebbene non esclusivo, delle attività elencate nell’articolo 2195 c.c. (…altre attività ausiliare alle precedenti, art. 1754 c.c., mediatore/agente).
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Il presupposto fondamentale per la tassazione in Italia di un compenso pagato ad un soggetto non residente è la produzione dello stesso in Italia. In relazione alle fattispecie reddituali considerate riportiamo di seguito la corretta applicazione delle ritenute. Leggi tutto