Il return on investment, anche detto per semplicità ROI, è un indice dell’analisi di bilancio che indica l’efficienza economica e la redditività della gestione caratteristica.
Nella realtà aziendale l’indice ROI, dato dal rapporto tra il Reddito Operativo (RO) e il capitale investito (CI), è di fondamentale importanza poiché permette di valutare la redditività del capitale investito nella gestione caratteristica.
Il ROI esprime la capacità di un’azienda di remunerare gli investimenti in fattori produttivi, in crediti e partecipazioni ed è, in pratica, un indice sintetico della redditività globale di tutti gli investimenti effettuati in azienda.
Da un punto di vista finanziario, se il ROI è minore del tasso medio di rendimento sui prestiti, la leva finanziaria è negativa e farsi prestare denaro porterebbe a peggiorare i conti dell’azienda. Invece se il ROI dell’azienda è maggiore del costo del denaro preso a prestito, farsi prestare capitali e usarli nell’attività produttiva porterebbe ad aumentare i profitti.
Per sviluppare la redditività della propria azienda, l’imprenditore generalmente può scegliere se:
Il margine di contribuzione, di cui abbiamo già parlato nell’articolo relativo al Volume di Pareggio, è la differenza fra il prezzo di vendita ed i costi diretti, cioè i costi finalizzati alla produzione di un determinato bene/servizio.
La prima soluzione è generalmente intrapresa dalle aziende che producono beni ad alto valore aggiunto (come i prodotti di lusso) e che vendono pochi prodotti ad elevata marginalità; questo tipo di aziende hanno alti costi fissi e un Volume di Pareggio molto basso.
Nelle aziende con basse vendite ed alti margini di contribuzione piccoli spostamenti della quantità provocano una variazione sensibile della redditività aziendale: i costi fissi sono infatti coperti dalle vendite di pochi prodotti con un margine di contribuzione unitario elevato. Queste aziende per registrare un risultato positivo non devono vendere grandi quantitativi di prodotti.
La seconda soluzione invece è attuata dalle aziende che vendono prodotti per la massa che, affinché siano acquistati da un numero elevato di persone, occorre che abbiano un prezzo contenuto. Questo tipo di società ha bisogno di vendere un’elevata quantità di prodotti. La redditività varia solo se varia significativamente il numero delle vendite.
Un esempio pratico chiarirà il concetto: Alfa e Gamma producono rispettivamente automobili di lusso e lattine di aranciata. Il margine di contribuzione di ogni automobile è di 40.000 euro mentre quello di ogni lattina di aranciata è di 1 euro. Se entrambe le aziende avessero identici costi fissi, pari a 600.000 euro annui, l’azienda Alfa dovrà vendere 15 auto per arrivare al punto di pareggio, mentre Gamma dovrà vendere ben 600.000 lattine di aranciata!
A priori non esiste una strategia migliore fra le due; dipende sempre dai casi e, soprattutto, dal fattore di rischio.
Il ROI può essere ulteriormente scomposto nei seguenti fattori: ROS (RO/V) x ROT (V/CI).
Infatti semplificando i termini frazionari, otteniamo che il ROI è dato dal rapporto fra reddito operativo e capitale investito.
Tale scomposizione consente di capire se le variazioni dell’indice sono dovute ad un cambiamento del tasso di redditività sul venduto (ROS) o se si è modificato il tasso di rotazione del capitale investito (ROT)
Il ROS è determinato dal rapporto fra reddito operativo caratteristico (RO) e vendite (V).
Il reddito operativo caratteristico è una grandezza desunta dalla gestione caratteristica calcolata sottraendo ai ricavi delle vendite i costi commerciali, i costi industriali e i costi amministrativi. Non fanno parte del reddito operativo caratteristico gli oneri di natura finanziaria, i proventi o oneri derivanti da investimenti accessori, le imposte sul reddito e i proventi o oneri derivanti da operazioni straordinarie.
Il ROS misura quindi qual è la capacità di generare redditività e indica, in valore percentuale, qual è il margine lordo rispetto al fatturato.
Il tasso di rotazione del capitale investito è il rapporto fra vendite (V) e capitale investito (CI).
Esso esprime il numero di volte con cui l’azienda riesce a monetizzare il capitale investito attraverso i ricavi di vendita. Così, ad esempio, se il ROT è uguale a 6, vuol dire che l’azienda riesce a trasformare una volta ogni 2 mesi il capitale investito in denaro.
Si può determinare un aumento del ROT se si riesce ad aumentare le vendite (rendendo più consistente la trasformazione del capitale in denaro) o se si diminuisce la quantità di capitale investito.
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